venerdì 10 febbraio 2012

Scuola dell'infanzia: consigli per l'uso.

A  Torino sta per scadere il termine per la presentazione delle domande di iscrizione alla scuola dell’infazia, la scelta della struttura più consona in genere è,  per noi mamme, uno dei momenti critici da affrontare.
Se il vostro bimbo ha frequentato il nido, il compito potrebbe essere piu' facile, perchè avete già affrontato il momento del distacco, l’inserimento e la vita fuori dal contesto familiare; tenete presente però che il fattore nido non è sempre un motivo di “tranquillità”, è facile ad esempio che un bimbo pur avendo frequentato il nido abbia problemi di inserimento alla scuola materna (gli spazi, le attività, le regole sono diversi). E comunque ogni cambiamento porta con sè qualche disorientamento che va affrontato insieme.
E’ fondamentale scegliere la scuola che ritenete migliore per voi e il vostro bambino (tenete presente che nelle scuole pubbliche e parificate si accede tramite graduatoria). La scuola materna in Italia è gestita da strutture pubbliche (comunali o statali) e strutture private.
Nella scelta dovreste valutare:
1.    la struttura: gli ambienti dovrebbero essere comodi, familiari, organizzati, piacevoli alla vista, funzionali, ampi e luminosi; è importante che ci sia uno spazio verde intorno in cui i bambini possono giocare sicuri;
2.    il tipo di attività che propone: attività ordinate (svolte a tavolino); attività libere (motorie o ludiche); attività pratiche (cambio d'abito, igiene personale e cura della persona, mensa, etc.); potreste chiedere di leggere il POF (Piano dell'Offerta Formativa);
3.    il personale che utilizza: è importante conoscere e chiacchierare con le maestre (e se è possibile vederla anche in azione con i bambini); è fondamentale sapere il rapporto maestra/bambini, ovvero quante maestre ci sono per un gruppo di bambini. In genere ogni sezione è composta da 25 bambini con 2 maestre.
4.    la composizione delle classi:
-    sezioni eterogenee: bambini di 3,4 e 5 anni tutti insieme, le classi in genere si distinguono con colori (gialli, arancioni, blu, etc) o con nomi di animali;
-    sezioni omogenee: nella stessa classe i bimbi hanno tutti la stessa età.
5.    la modalità con cui viene fatto l’inserimento;
6.    la comodità di ubicazione (vicinanza a casa, lavoro, nonni, etc.);
7.    l’esperienza di altre mamme: informatevi da colleghe, amiche, vicine di casa che hanno figli che frequentano le scuole in lista; come utenti sono loro le vere “consigliere”.
E’ ormai uso comune nelle scuole fare degli “open day”, ovvero delle giornate dedicate ai genitori che devo iscrivere i propri bimbi, in cui la scuola si presenta; gli open day sono utili perché vi permettono di valutare i punti sopra citati, l’unico neo è che vengono fatti generalmente il sabato, giorno in cui non ci sono bambini e quindi non potete testare le maestre in azione (ma con una chiacchierata spesso è sufficiente capire chi ci sta davanti).
Consiglio di andare entrambi agli open day perché si sa che quattro occhi sono meglio di due e perché le donne sono più attente ad alcune cose (es. piacevolezza dei locali) e gli uomini ad altre (es. funzionalità, sicurezza).

E’ molto importante preparare il bambino a questo debutto “in società”, ci sono a riguardo molti libri che trattano l’argomento; ve ne consiglio uno in particolare che a me piace molto e che ho acquistato per la mia bambina (nonostante lei arrivasse dal nido):  Alice e il primo giorno di asilo di Giorgia Cozza  e Maria Francesca Agnelli.

Può essere utile anche (una volta effettuata l’iscrizione) portare il bambino davanti a scuola (magari quando è ancora aperta), fargli vedere gli altri bimbi che giocano nel giardino e spiegargli che presto anche lui potrà unirsi a loro.

2 commenti:

  1. Grazie Simonetta! Tutto molto saggio e condivisibile e utile... Solo una cosa: perché parlare di "noi mamme", "altre mamme"...? E i papà? Siamo proprio sicure, noi mamme, di voler lasciare loro sempre solo un ruolo secondario -vicario- nella cura come nella responsabilità delle scelte sulla amata (da noi e da loro) prole?
    E... siamo sicure che ci convenga? Lo dico perché il mio compagno, che si è occupato di tutti gli inserimenti (due al nido e uno alla materna), da un lato è sempre molto insofferente e critico di questo linguaggio, di questo non sentirsi "previsto"; dall'altro a volte mi pare che questo sentimento faccia gioco alla sua de-responsabilizzazione e delega alla sottoscritta... (Le ambivalenze si annidano da ambedue le parti!)
    Spero di essermi espressa in modo comprensibile.
    Grazie ancora.
    Giovanna

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Giovanna per il tuo contributo! In effetti la tua osservazione è molto pertinente e ho capito cosa intendi.
      Spesso i papà hanno un ruolo secondario perché per lavoro sono più assenti (nel nostro caso è stato così per tutti e 3 gli inserimenti), però in molti casi non è così.
      All'interno della nostra famiglia ci siamo divisi i compiti, es. io seguo la scuola, il papà segue lo sport (es. l'acquaticità mia figlia l'ha sempre fatta con lui). Lavorando entrambi è venuto naturale dividere i compiti in base alla disponibilità e agli orari.
      Potrebbe essere un ottimo spunto di riflessione, anzi, mi hai fatto venire una bella idea!!!
      Grazie!
      Simonetta

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...